domenica 12 gennaio 2014

Diario di Viaggio

Ogni viaggio si conclude con un cambiamento della persona che lo vive,ed io mi sento cambiato?
Ho visto una società molto diversa dalla nostra,che barcolla tra il caos e la disciplina militare,dove una famiglia mai vista prima mi ha accolto in un luogo sconosciuto che per me è diventato casa.Ho conosciuto persone che vivono il mondo in maniera diversa,modi che avrei considerato assurdi ed inimmaginabili prima di provarli con mano,persone che in Italia molto probabilmente eviterei per la mia chiusura mentale ma che ora chiamo amici.Ho rinforzato legami mettendoli alla prova,aiutando quando chiedevano aiuto e venendo aiutato quando lo chiedevo io.Ho messo da parte pregiudizi,idee,paure per lanciarmi nel buio sconosciuto.
Ogni viaggio si conclude con un cambiamento della persona che lo vive,ed io mi sento cambiato?
Si,sono cresciuto.
                                                                                                                    Marco  

sabato 11 gennaio 2014

Do you want to cry?

10 gennaio 2014. Ultimo giorno a Bangalore. La mattina se ne va tutta a preparare, prima, e a realizzare , poi, il program, cioè lo spettacolo di congedo dagli ospiti. I nostri ragazzi sono stati operosi ed intraprendenti nell'organzizzare una sequenza di poesie e canti da porgere in dono ai loro amici. Da Saffo a Catullo, da Adèle a Lucio Battisti, deviando un attimo per Alladin e finendo in gloria con l'Inno d'Italia, i nostri fanciulli hanno dato prova di sensibilità artistica e culturale.

E' stato bello guardare le danze tradizionali dello Sri Lanka, così lontane dal nostro modo di concepire la danza. Le ragazze (tutte dodicenni e bravissime) indossavano dei costumi dai colori sgargianti, gioielli e un'acconciatura di scena straordinaria.

Il program si è forse protratto un po' troppo, ma ci siamo subito ritemprati con un lunch offerto alla scuola ai genitori dei ragazzi indiani in primis, per ringraziarli della loro importante, indispensabile collaborazione, e a tutti noi, insegnanti e alunni.


Il pomeriggio è stato occupato a impacchettare i bagagli e a far in modo che i rimpianti, dopo la partenza, siano ridotti al minimo. E quindi giù a decorazioni di hennè sulle mani per le ragazze, ultime visite al tempio per Niccolò e, per tutti , gli acquisti ancora in sospeso.

L'appuntamento all'areoporto è alle 23.45. 


Siamo in largo anticipo rispetto alle operazione d'imbarco, ma è tutto calcolato: ci sono circa 40-45 minuti per piangere.


 Le scene di commozione si sprecano; non piangono solo i ragazzi (non tutti, ad essere precisi), ma anche le mamme e i papà. Salutarsi è davvero difficile; l'abitudine alla compagnia reciproca si è consolidata nel giro di poche ore; per questo diventa così difficile dirsi arrivederci.
Per fortuna c'è Angad che passa tra i gruppetti con una scatola di kleenex e chiede con sollecitudine: “Do you want to cry?”


A mezzanotte e mezzo, purtroppo, dobbiamo entrare. Ci aspettano una lunga sequenza di file all'immigrazione, al check-in, alla security. Un ultimo saluto ai nostri cari amici di Bangalore, e via, si va!


Le file e le attese  ci stancano un po', ma abbiamo buono spirito di adattamento e, se proprio serve, schiacciamo un pisolino.





La cronaca del viaggio è poca cosa. Tutto è filato liscio. In orario siamo atterrati a Venezia e intorno alle 15.30 siamo giunti in Viale Roma. Il cerchio è chiuso. Ora è il tempo del racconto ai genitori, ai fratelli, agli amici; del ripensare ai momenti vissuti; della riflessione sul valore di questo scambio culturale.
Ci fermiamo qui. Un abbraccio a tutti.

giovedì 9 gennaio 2014

Ekam, ekam agachacha

Hi everybody!
Oggi si impara: Sanscrito e danze tradizionali dello Sri Lanka.Il programma è denso e non vediamo l'ora di cominciare. Aspettando di salire al consueto salone del quinto piano, guardiamo la lezione di "saltini dentro ai cerchi" dei piccoli della DPS.


La nostra insegnante di Sanscrito proviene dall'unico villaggio dove questa lingua è ancora parlata correntemente.Ci insegna a presentarci e a dire i numeri. Per farci memorizzare questi ultimi ci fa cantare una filastrocca, come alla scuola materna. Il risultato è che li impariamo! Ekam, dvi, trini, chatvari, pancha, sesh, sapta, ashta, nava, desha. Voilà!


E' poi la volta delle danze tradizionali dello Sri Lanka. La teacher, Kahlà, insegna danza nella scuola gemellata con la DPS. Il loro progetto, infatti, è centrato sul confronto tra le diverse tradizioni in tema di danza sacra e tradizionale. Kahlà si è gentilmente resa disponibile a passare un'ora e mezza con noi.Ma prima di iniziare la pratica, si deve fare la teoria che riguarda la posizione delle dita delle mani, chiamata in sanscrito mudra. Capiamo presto che ci sono decine di mudra e sono quasi tutte difficilissime da ottenere. 




Finalmente si passa alla pratica. Disposti in file, la prof insegna alcuni passi. I maschi nicchiano, non ne hanno tanta voglia, ma vengono benevolmente convinti dalla prof. Spessa a passare in prima fila.E lì accade il miracolo:











Ogni tanto Kalhà ripete i passi: è davvero un piacere  vederla danzare.


Kalhà gira tra i gruppetti e corregge le posizioni delle braccia e i mudra.

La lezione di danza è stata entusiasmante, e pensare che non c'era la musica! La prof. Spessa è stata un'allieva attiva e impegnata, mentre la prof. Savio si è defilata con la scusa di dover fare le foto per il blog. 

Prima di pranzo c'è tempo per una caccia al tesoro organizzata dai partner. 

Domani sarà l'ultimo giorno per noi. In mattinata ci sarà il big event, lo spettacolino in cui i nostri ragazzi si esibiranno. 

Per ora non ci pensano. Sono troppo occupati a definire i dettagli di mise e look per la festa di questa sera a cui tutti i ragazzi sono invitati.

Vi salutiamo da una foto scattata under the mango tree.

Namastè.



mercoledì 8 gennaio 2014

Reduce, reuse, recycle

Innanzi tutto:

UN ROBOANTE CIAO a Angela, Elena, Eleonora e Francesco.
Ci mancate, davvero!

Questa mattina ci siamo incontrati come sempre a scuola. Il momento dell'arrivo dei 7,000 studenti alla DPS ha sempre un che di festoso. Gli alunni dai 3 ai 18 anni sciamano speditamente verso le loro aule. I più piccoli sono proprio graziosi.


Oggi andiamo a visitare un'azienda a 50 km da Bangalore , la E-Parisaraa, specializzata nel riciclo di computer e telefonini usati. Per permettere ai nostri amici indiani di seguire una regolare mattina di lezioni, andremo in gita "da soli".  
Prendiamo posto su uno degli 80 scuolabus a disposizione. Siamo pigiatissimi nei sedili formato mignon, ma non ci badiamo.

Il nostro autista è un (molto)giovane indiano che ha agghindato il suo bus, come spesso fanno qui, con fiori e santini.

Dopo circa un'ora  di autostrada, arriviamo alla E-Parisaraa Ltd. La cosa che notiamo subito è  che l'azienda è collocata in un luogo verdissimo. Gli edifici, piuttosto bassi, sono circondati da giardini ben curati con fiori e piante rigogliose.
Un signore ci accoglie e ci dà delle indicazioni di base. Purtroppo non possiamo fare foto all'interno. 



Veniamo accompagnato in una sala riunioni dove  proiettano per noi un video  sulla storia e i campi d'azione di questa ditta. Il video è estremamente interessante e chiaro.Naturalmente si sta parlando di riduzione, riuso e riciclo dei materiali utilizzati per la confezione dei prodotti tecnologici. Nei ragazzi la motivazione all'ascolto subisce un'impennata quando la prof. Spessa annuncia che esattamente quelli saranno gli argomenti della prossima verifica.
Una tazza di tè e dei biscottini alleviano parzialmente il dolore appena incassato.
Dopo la visione del video siamo accompagnati a visitare la fabbrica da un giovane ingegnere addetto alla sicurezza degli operai nel posto di lavoro. A qualcuno di noi sta venendo l'idea di chiedere il franchising di questa virtuosa azienda. Who knows?

Abbiamo conosciuto il fondatore, nonchè General Manager, di tutto ciò, il Dott, P. Parthasarathy, con cui le proff hanno scattato una foto. 

C'è stata anche un'opportunità simpatica che un gruppetto ha colto, ma che non possiamo rivelare qui perchè, per alcuni di noi, è un segreto!!!

La visita volge al termine verso mezzogiorno. Salutiamo i nostri ospiti a scattiamo una bella foto di gruppo.


Si torna alla DPS dove ci aspettano un pranzo al sacco e un'oretta da passare con i partner, bighellonando per la scuola fino alle 15.00, la famosa ora x. Poi di nuovo al lavoro: shopping, passeggio, chiacchiere e risate. 

Il tempo è sempre bellissimo, il morale è alto. Insomma, va tutto bene! A domani.

Namastè.





martedì 7 gennaio 2014

Mysore ho!

Buio pesto e un certo freddino: raduno delle truppe alle 6.15. Destinazione: la città di Mysore. Viaggiamo su due pullman confortevoli. Siamo in tanti visto che si sono unite a noi 8 ragazzine dallo Sri Lanka, accompagnate dalla loro insegnante. Anche loro stanno trascorrendo una settimana qui, in uno scambio culturale coordinato da Vanee ma'm, la nostra prof indiana.

Il viaggio dura 4 ore, ma viene saggiamente frazionato con alcune soste. La prima è in un agreste locale, con cucina a vista e tavoli coperti da tettoie. Qui consumiamo una tipica colazione del sud dell'India: in altre parole, un vero e proprio pasto.


L'arrivo a Mysore è glorioso: il cielo è blu, i gradi 28. Veniamo guidati all'interno del palazzo reale che per una parte è un museo, per l'altra residenza della royal family. L'ultimo re è passato a miglior vita pochi mesi fa; la città è ancora in lutto, tanto da avere annullato la celeberrima festività di Dasara in programma ogni anno nel mese di ottobre.



Il palazzo è spettacolare. Lo visitiamo camminando scalzi in mezzo ad una folla di turisti - tutti locali, a parte pochissimi sparuti visi pallidi. 

All'uscita dalle reali stanze,ci raduniamo per una foto di gruppone.


Poco più in là ci aspettano due docili elefanti con tanto di posti a sedere che i ragazzi   gioiosamente occupano a gruppi di 6. Dire che erano felici è poco.




Non ci siamo fatti mancare il pranzo a buffet nel ristorante di un hotel di Mysore. 
I nostri quattro testimonial vi fanno senz'altro intuire che il pranzo è stato piacevole.




La giornata prosegue con la visita al Ranganthittu Bird Sanctuary, un parco naturale dove si possono osservare meravigliosi uccelli di moltissime specie. 


Ma non sono solo i pennuti ad attrarre la nostra attenzione. Per prima cosa ci insospettisce un cartello che dichiara la presenza nel parco di coccodrilli, i quali mangiano "largely fishes, sometimes mammals".Giriamo lo sguardo verso il laghetto e, sull'altra sponda,vediamo, effettivamente, non uno, ma due coccodrilli. Un terzo è spostato un po' in là; si gode il sole su un'isoletta di pietra. Qualcuno di noi è felice di non essere a bordo delle barchette che portano i turisti in giro per il lago. 

Ma le sorprese non sono finite: pochi passi più avanti vediamo una scimmietta esile, color beige, graziosa graziosa, accompagnata dal suo consorte decisamente più robusto. Pochi metri indietro spuntano due cuccioli, magrissimi, agili e giocherelloni. La prof. Spessa lancia loro una banana che viene afferrata, sbucciata con grazia e ingurgitata dal capofamiglia, in barba agli altri tre. 

E' ora di risalire sul pullman verso B'lore. Ci attendono altre 4 ore di viaggio, intramezzate questa volta da un sano hamburger McDonalds rigorosamente vegetariano. 

Stanchi ma felici, come nei migiori racconti, ci congediamo per risentirci domani.

Namastè. 


lunedì 6 gennaio 2014

Under the mango tree


Buongiorno a tutti! 

Ci siamo finalmente ritrovati questa mattina dopo un giorno e mezzo di lontanza. I ragazzi ci sono sembrati contenti, alcuni entusiasti, altri con flemma britannica non si sbilanciano, ma nel complesso abbiamo colto un diffuso benessere.
Molti i racconti sulle abitudini nelle case ospitanti. Il gusto piccante  è un ostacolo per qualcuno. Le brave proff si sono allora prodigate in saggi consigli e tecniche di approccio per sconfiggere il nemico.

Siamo stati accolti con grandi feste in una stanza enorme al quinto piano di uno dei numerosi edifici che compongono la DPS South. Ogni edificio è stato battezzato con una parola greca(tradotta sotto in inglese), una scelta  ha messo i nostri ragazzi a loro agio.




Al quinto piano, dunque, si svolgeva in nostro onore una assembly condotta dai ragazzini delle scuola medie. Il tema era la scienza. Quello nella foto è l'alunno che ha introdotto l'assemblea. 



Alla fine i nostri ragazzi sono stati presentati ufficialmente ai 500 e più ragazzini lì riuniti. Ciascuno al microfono ha salutato, chi in inglese, chi in kannadda, una delle lingue ufficiali del Karnatka, lo stato di Bangalore. Un figurone!




Il resto della (splendida estiva) mattinata l'abbiamo trascorso in classe. I ragazzi hanno seguito i loro partner, ascoltando materie varie,  anche esotiche; le proff hanno assistito a due lezioni di inglese molto, molto interessanti.

Quello che vedete qui sotto è il mango tree, il luogo di ritrovo preferito dagli studenti. Se si deve dare un appuntamento a qualcuno, lo si dà sotto questo bellissimo albero. L'aria è calda, gradevolissima. Ci apprestiamo ad una meritata pausa pranzo nella canteen della scuola.



Le ore scolastiche successive al pranzo sono occupate da un gioco organizzato dai ragazzi indiani, ancora nel salone al quinto piano.


     

La campana delle 15.00 suona. La corsa al proprio schoolbus è una cosa seria: ce ne sono più di settanta ed il parcheggio è un caos di bambini che passano tra le gambe e fischietti imperiosi.

Ci salutiamo dandoci appuntamento per domani all'alba: alle 6.30 partiremo per la gitona al Bird Sanctuary e il Palazzo reale di Mysore. Non prima, però, di avere trascorso un pomeriggio scoppiettante con i partner indiani.

Namastè.