10 gennaio 2014. Ultimo giorno a Bangalore. La mattina
se ne va tutta a preparare, prima, e a realizzare , poi, il program,
cioè lo spettacolo di congedo dagli ospiti. I nostri ragazzi sono
stati operosi ed intraprendenti nell'organzizzare una sequenza di
poesie e canti da porgere in dono ai loro amici. Da Saffo a Catullo,
da Adèle a Lucio Battisti, deviando un attimo per Alladin e finendo
in gloria con l'Inno d'Italia, i nostri fanciulli hanno dato prova di
sensibilità artistica e culturale.
E' stato bello guardare le danze
tradizionali dello Sri Lanka, così lontane dal nostro modo di
concepire la danza. Le ragazze (tutte dodicenni e bravissime)
indossavano dei costumi dai colori sgargianti, gioielli e
un'acconciatura di scena straordinaria.
Il program si è forse protratto un po'
troppo, ma ci siamo subito ritemprati con un lunch offerto
alla scuola ai genitori dei ragazzi indiani in primis, per
ringraziarli della loro importante, indispensabile collaborazione, e
a tutti noi, insegnanti e alunni.
Il pomeriggio è stato occupato a impacchettare i bagagli e a far in modo che i rimpianti, dopo la
partenza, siano ridotti al minimo. E quindi giù a decorazioni di
hennè sulle mani per le ragazze, ultime visite al tempio per Niccolò
e, per tutti , gli acquisti ancora in sospeso.
L'appuntamento all'areoporto è alle
23.45.
Siamo in largo anticipo rispetto alle operazione d'imbarco,
ma è tutto calcolato: ci sono circa 40-45 minuti per piangere.
Le
scene di commozione si sprecano; non piangono solo i ragazzi (non
tutti, ad essere precisi), ma anche le mamme e i papà. Salutarsi è
davvero difficile; l'abitudine alla compagnia reciproca si è
consolidata nel giro di poche ore; per questo diventa così difficile
dirsi arrivederci.
Per fortuna c'è Angad che passa tra i
gruppetti con una scatola di kleenex e chiede con sollecitudine:
“Do you want to cry?”
A mezzanotte e mezzo, purtroppo,
dobbiamo entrare. Ci aspettano una lunga sequenza di file
all'immigrazione, al check-in, alla security. Un ultimo saluto ai nostri cari amici di Bangalore, e via, si va!
Le file e le attese ci stancano un po', ma abbiamo buono spirito di adattamento e, se proprio serve, schiacciamo un pisolino.
La cronaca del viaggio è poca cosa. Tutto è filato liscio. In orario siamo atterrati a Venezia e intorno alle 15.30 siamo giunti in Viale Roma. Il cerchio è chiuso. Ora è il tempo del racconto ai genitori, ai fratelli, agli amici; del ripensare ai momenti vissuti; della riflessione sul valore di questo scambio culturale.
Ci fermiamo qui. Un abbraccio a tutti.